Nel vortice di “Doctor Who”

Ciao ragazzi, scrivo nel blog anche nei giorni di festività perché sono caduta anche io nel vortice di Doctor Who.
Non avrei scommesso neanche un euro che mi potesse prendere così tanto e a dirla tutta all’inizio l’ho visto un po’ controvoglia, invece, con mia sorpresa, adesso non credo potrei fare a meno del Signore del tempo!
Proprio ieri, si a Natale, ho finito di vedere le sette stagioni della nuova serie, più lo speciale del 50esimo anniversario e i vari episodi speciali. Devo per forza parlarne con qualcuno, qualcuno che mi capisca, proprio per questo il post non sarà una recensione, anche perché credo che chiunque conosca Doctor Who, ma commenti personali.
Fan accaniti della serie non linciatemi se dovessi dire qualcosa che non vi aggrada, sono sempre ripeto opinioni personali.
Ho visto anche il Christmas Special “The Time of the Doctor”, in cui Matt Smith ha abbandonato definitivamente il ruolo del dottore per fare spazio a Peter Capaldi.
Ci sarebbero così tante cose da dire che non so nemmeno da dove iniziare. Salto la prima stagione con  Christopher Eccleston solamente perché l’attore è rimasto nel ruolo del dottore per poco tempo,  non consentendomi di affezionarmi più di tanto.
Anche se con le varie rigenerazioni ho capito una cosa fondamentale: il dottore si ama a prescindere da chi lo interpreti.

10th-Doctor-and-Companions-Header-doctor-who-4463573-1024-768Però, se devo essere onesta, David Tennant è rimasto nel mio cuore, vuoi perché in fondo sono un inguaribile romantica e la storia con Rose mi ha conquistata, vuoi perché l’attore è realmente bravo. Mi è piaciuto in ogni istante, sia nei momenti di comicità, sia quando il dottore doveva tirare fuori gli attributi. Nel suo sguardo, personalmente, ho sempre intravisto un velo di malinconia.
Ma parliamo delle sue compagne e ne ha avute tante: dall’amata Rose Tyler, l’inarrestabile Martha Jones, la schietta e sincera Donna Noble e infine il carismatico capitano Jack Harkness.
In questo telefilm bisogna abituarsi ai cambiamenti, poiché i compagni del dottore cambiano spesso e devo ammettere che ad ogni personaggio nuovo ero sempre sul chi va là, ma la realtà è che tutti hanno il suo perché nella serie e, alla fine, vuoi bene ad ognuno di loro. Rose ha sempre avuto un posto speciale nel mio cuore, ricordiamoci che il dottore ha bruciato un sole solo per dirle addio, ed alla fine la nostra Tyler ha dovuto accontentarsi di vivere con una banale copia del dottore (questa cosa non mi è proprio andata a genio). Donna Noble è stata la più schietta tra le compagne e l’ho amata per questo, il fatto che abbia perso la memoria è stato tristissimo, ma necessario. Il capitano Jack, l’uomo che non può morire, è stata una ventata di aria fresca in ogni episodio, in cuor mio speravo lo rivedessimo prima o poi. Martha ha rimpiazzato Rose, quindi è stato più difficile affezionarmi, ma alla fine anche lei è stata una degna compagna del dottore, il fatto che si sia sposata con Mickey è stato esilarante.
David ci ha regalato credo uno dei finali più commoventi, almeno io non ho retto il colpo quando è andato ad assicurarsi che tutti i suoi compagni stessero bene.  Il “Non voglio andarmene” finale mi ha spezzato il cuore.

doctor-whoCredevo non fosse possibile che mi sarei affezionata ad un altro dottore, invece è successo. Matt Smith, totalmente differente da David Tennant nel modo di interpretare il personaggio, alla fine dei giochi mi ha conquistata. Amelia Pond, la ragazza che ha aspettato e Rori, il centurione, sono stati i migliori compagni del dottore di sempre! La sesta stagione, secondo me, è in assoluto la più coinvolgente con una trama che non manca un colpo. River Song, vogliamo parlare della figlia del tardis? Ho amato la sua storia ed ho trovato sia stata anche poco approfondita. Ma Doctor Who non è un telefilm romantico ed è giusto che sia così. Fatto sta che la storia di Melody Pond mi ha fatta sognare nella sua poeticità: due persone che non si incontrano mai nella stessa linea temporle.

Quando conobbi il Dottore, moltissimo tempo fa, lui sapeva tutto di me. Pensaci un attimo, una ragazzina impressionabile e un uomo che all’improvviso piomba giù dal cielo. E’ intelligente, pazzo, meraviglioso e sa praticamente tutto di lei. Immagina l’effetto su una ragazza.
Il problema è che è tutto al contrario. Il mio passato è il suo futuro. Viaggiamo in direzioni opposte. Ogni volta che ci incontriamo io lo conosco di più e lui mi conosce di meno. Vivo soltanto per vederlo. Ma so che ogni volta che ci incontreremo lui sarà un po’ più distante da me. E arriverà il giorno in cui guarderò quell’uomo negli occhi… il mio Dottore… e saprò che non è più in grado di riconoscermi. E credo che questo mi ucciderà.”

L’undicesimo dottore all’inizio mi sembrava un po’ una caricatura, un ragazzino gesticolante, un po’ capricciosetto. In realtà la sua dolcezza e il suo modo di fare giocoso, il suo amore nei confronti dei Pond e di loro figlia River mi hanno letteralmente conquistata. L’ultima arrivata, Clara, è stata perfetta nel suo ruolo, ma non mi è arrivata più di tanto.

Lo speciale del 50esimo è stato incredibile, vedere i tre dottori insieme è stata un’emozione pazzesca. Tra Geronimo e Allons-y, in un nano secondo sono riaffiorati nella mia mente a cascata tutti gli episodi precedenti, l’apparizione di Rose non è stata delle più soddisfacenti poiché in realtà non era lei, ma è bastata la sua presenza.
Non  voglio spoilerare troppo, soprattutto per chi ancora non ha visto lo speciale di Natale.

Morale della favola: da quando ho iniziato a vedere Doctor Who, mi ritrovo a parlare al telefono di TARDIS e di cacciavite sonico, ho un rapporto diverso con tutte le statue che incontro immaginando che si possano muovere nel momento in cui distolgo lo sguardo. Pure i detti sono cambiati: non più 7 vite come i gatti, ma 7 vite come i Dalek! E perché in fondo gli Ood volevano solo cantare.
La puntata più bella mi chiedo? Non saprei, la prima che sono andata a riguardare è l’ottava puntata della quarta stagione, la prima volta in cui incontriamo River.
Detto ciò ho mille cose che mi frullano per la testa, dovrei scrivere poemi a riguardo, ma per questa “puntata” dedicata a Doctor Who mi fermo qui.

Alla prossima! 😉

5 pensieri su “Nel vortice di “Doctor Who”

  1. Sono anche io da poco entrata nel vortice, ma ogni volta che vedo un cambiamento mi si spezza il cuore. Sono solo alla terza serie ma…prima di continuare devo fare qualche seduta dallo psicologo forse xD

    • Ahimè ti devi abituare, durante la serie cambiano tanti personaggi ed in primis i dottori. So che è dura non affezionarsi, ma ognuno di loro è vitale per il programma.. li amerai tutti, chi più chi meno. Buona avventura! 🙂

  2. io sono caduta in questo vortice pericoloso circa un mese fa… e sono già a metà della settima! All’inizio ero un po’ “ma sì, cosa vuoi che sia” ora penso 24 ore al giorno al Dottore! Ovviamente anche il mio preferito è David Tennant tant’è che pensavo che l’undicesimo dottore non mi avrebbe entusiasmato! invece lo adoro perché in fondo è il Dottore (ma il mio preferito rimane David…)! E la storia con Rose… io li amo troppo insieme, per me è la compagna perfetta per lui!!!

  3. Capisco l’entusiasmo perché anche io sono balzato sulla Tardis…e non sono più sceso. Sono curioso di sapere cosa pensi delle stagioni di Capaldi. Dopo una grande abbuffata con il 10 e l’11 in pochi mesi, alla ottava stagione mi sono un pò arenato. Secondo me La stagione per eccellenza è la numero 4 con la migliore companion di sempre: Donna Noble! Per quanto riguarda l’era Moffat mi è piaciuta la 6 e anche la 7, molto crepuscolare. Ho invece mal digerito la 6 con crepe varie, storie risolte un pò alla buona e la risoluzione finale discutibile.

    P.S. Che peccato però non aver avuto anche il 9 nello speciale del 50 anniversario.

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